#88

Forze inarrestabili

di Carlo Monni e Fabio Furlanetto

 

 

Tokyo, Giappone

 

Fino a pochi minuti fa i Vendicatori erano convinti di aver neutralizzato la minaccia di Graviton dopo che lo scudo di Capitan America ha messo fuori combattimento il capo della Mano e della Yakuza Matsu’o Tsurayaba. Purtroppo l’amara verità è che, libero dal controllo di Tsurayaba, Graviton è divenuto totalmente inarrestabile.

Solo pochi istanti fa un’area di duemila chilometri quadrati della capitale del Giappone è stata avvolta da una sorta di cupola di pura energia gravitazionale e letteralmente sollevata in aria assieme a tredici milioni di sfortunati abitanti e con loro l’artefice di tutto questo: un uomo con il potere di un dio impazzito.

Sotto di lui morte e distruzione come raramente la megalopoli di Tokyo ha visto.

Dentro la cupola fluttuante i Vendicatori si chiedono come agire. Anche se sapessero come fermarlo, se avessero successo, quel pezzo di Tokyo piomberebbe al suolo causando lutti senza fine. Un bel dilemma.

-Suggerimenti?- chiede Occhio di Falco.

<<Odio dirlo…>> risponde Iron Man <<… ma no. non ne ho>>

-Dovremmo stenderlo.- interviene Quicksilver.

-Ammesso che ne fossimo capaci…- replica Scarlet -... come terremmo insieme questo pezzo di città?

-Né io né mio padre saremmo capaci di sollevare un’area così vasta e tenerla insieme- puntualizza Polaris.

-E se provassimo a parlare con lui?-suggerisce Capitan America.

Gli sguardi di tutti si appuntano su di lei che solleva le mani replicando.

-Ehi… ho solo dato un suggerimento.

<<Ma un buon suggerimento.>> commenta Iron Man <<Il migliore che ho sentito finora. Vuoi parlargli tu?>>

Certe volte dovrei imparare a tenere chiusa la bocca, pensa Liz Mace.

 

Il cervello di Franklin Hall è in fiamme. Gli interventi chirurgici per installare i dispositivi di controllo sono stati particolarmente invasivi, e sommati al trauma di essere stato clinicamente morto per così tanto tempo non hanno certo aiutato la sua stabilità.

Si siede sulla poltrona da ufficio, incrociando le gambe e massaggiandosi le tempie. L’ultima cosa che ricorda è una battaglia con la Villains LTD, e poi... poi nulla. Non ricorda come è finito lo scontro, anche se è certo di aver vinto, e soprattutto non ricorda come è arrivato qui.

Un altoparlante urla qualcosa in giapponese. Franklin non capisce le parole, me è distratto a sufficienza da aprire gli occhi.

Di fronte alla poltrona che fluttua ad un chilometro d’altezza c’è un elicottero militare, e dei jet gli stanno girando attorno a debita distanza. Graviton chiude gli occhi.

-Andate via. Per favore – risponde. I giapponesi non lo sentono, dato che il suono è coperto dal frastuono dei missili che esplodono. Senza intaccare minimamente lo scudo gravitazionale.

Graviton allunga una mano verso l’elicottero; il pilota viene scagliato attraverso il finestrino per volare verso di lui, mentre il velivolo si contrae fino alle dimensioni di una palla da baseball.

Mentre il pilota ricoperto di schegge di vetro cerca di liberarsi dalla morsa invisibile, l’equipaggio dei jet è costretto a paracadutarsi quando gli avanzatissimi velivoli da battaglia precipitano a peso morto. Incurante delle vite innocenti che saranno perse quando i jet si sfracelleranno in pieno centro abitato, Graviton minaccia il pilota:

-Dimmi che cosa ci faccio qui o scaglierò la tua intera città nel-

Graviton non finisce la frase perché uno scudo bianco, rosso e blu rimbalza contro uno scudo invisibile ad un centimetro dalla sua faccia.

-Il Dottor Hall, presumo. Sono Capitan America – dice la donna bionda che afferra lo scudo al suo rimbalzo. Sta fluttuando assieme ad una donna dal costume e dai capelli verdi che sta indicando i jet... che si fermano a mezz’aria anche contro il volere di Graviton.

-Il Dottor Franklin Hall è morto molto tempo fa. Ora c’è solo Graviton.

“Terza persona. Odio quando parlano di sé in terza persona” pensa Liz Mace, che preferisce però una linea più diplomatica.

-Graviton, lei è stato vittima di un esperimento crudele. Ha bisogno di riposo e di cure mediche. Perché non ci segue e...

-Siete Vendicatori?

Capitan America e Polaris si lanciano un’occhiata preoccupata. Speravano che Graviton sarebbe stato più cooperativo avendo a che fare con volti nuovi... probabilmente avrebbe già ucciso Iron Man od Occhio di Falco.

-Non vogliamo farti del male, Graviton, anzi sono sicura che non ci riusciremmo neppure. Non devono andarci di mezzo milioni di persone – cambia argomento Polaris.

-E’ un trucco. State cercando di ingannarmi, come le altre volte – risponde Graviton con voce più minacciosa. Si alza in piedi sul nulla, lasciando precipitare al suolo la poltrona, ma poi si porta una mano alla testa.

L’intera città si inclina pericolosamente. In tutta Tokyo, le macchine abbandonate che si trovano improvvisamente in salita si scontrano una contro l’altra; diversi grattacieli iniziano a dare segni di cedimento strutturale.

-Graviton, ascoltami, tu non stai bene. Rimetti a posto Tokyo e potremo negoziare – riprende a parlare Capitan America.

-Negoziare? NEGOZIARE!?

Polaris si ritrova improvvisamente a pesare svariate tonnellate, troppe per levitare se stessa e la compagna di squadra; la mutante precipita a terra, mentre Capitan America è in caduta libera. Soltanto un paio di metri più in basso si abbatte contro un muro, appositamente portato ad alta quota da Graviton.

-Ho il potere di un DIO!!! Controllo una delle FORZE FONDAMENTALI dell’Universo!!!

-E cosa hai intenzione di farci? – chiede Capitan America, ancora dolorante per lo scontro; non riesce a muovere un muscolo per colpa della pressione gravitazionale a cui la sta sottoponendo.

-Che cosa vuoi dire?

-Sei l’uomo più potente del mondo, va bene. Cosa vuoi fare, distruggere Tokyo? Cosa credi che succederà allora? Sarai la persona più odiata della storia. E’ così che vuoi essere ricordato?

-No... io non... la mia testa... - si lamenta Graviton, portando una mano alle tempie.

-Dottor Hall, rimetta a posto la città. ADESSO - ordina Capitan America.

Tokyo perde di quota, lentamente, metodicamente. Milioni di tonnellate si appoggiano delicatamente sulla crosta terrestre, evitando di sollevare la minima onda. Anche la massa d’acqua che tenta di ribellarsi è rapidamente messa al suo posto dal signore della gravità.

-Sembra che il mio potere non sia ancora tornato al suo massimo – si lamenta Graviton.

“Questo non era neanche il suo massimo!?” si preoccupa Capitan America, ancora bloccata.

-Dovrò limitarmi per un po’. Lascerò che i Vendicatori sopravvivano per qualche altro minuto.

 

 

Interludio.

 

Peter Corbeau si sente lo stomaco sottosopra. Per quanto sia ormai abituato alle cose più strane, deve ammettere che non è cosa di tutti i giorni veder sollevare un intero quartiere di Tokyo e poi vederlo riportare al suo posto… non senza danni, ovviamente. Il potere controllato da Graviton è enorme. Forse troppo grande per un singolo essere umano. Forse troppo persino per i Vendicatori.

Apre il suo portatile, iniziando immediatamente una ricerca sulla tecnologia rubata alla Stark-Fujikawa.

 

 

Isola del Teschio, da qualche parte nel Mar dei Caraibi

 

Ha appena mandato il messaggio e sta sudando freddo. Se il Teschio Rosso scoprisse cosa ha fatto, la sua vita non varrebbe un soldo bucato. Eppure non poteva stare a guardare. Il suo datore di lavoro ha concepito un piano troppo pazzo, non poteva permettergli di portarlo avanti.

Asciugandosi il sudore l’uomo massiccio si muove per i corridoi e quasi sbatte contro un uomo che viene dalla direzione opposta: un uomo che indossa una vecchia divisa della Wermacht in uso durante la Seconda Guerra Mondiale ed un chepì dell’Afrika Korps.

-Attento a dove va Herr doktor.- lo apostrofa questi.

-Sì… mi scusi Hauptmann. Ho da fare.-

Curioso, pensa Hauptmann Mano di Ferro mentre l’altro si allontana col passo più veloce che riesce ad avere con la sua mole. Di solito il dottor Faustus è un dannato arrogante. Non è da lui scusarsi per qualcosa… ma in fondo che gli importa di quel ciccione?

 

 

Tokyo, Giappone

 

Capitan America lancia il proprio scudo contro Graviton, ma questo le ritorna indietro prima ancora di essersi avvicinato... non c’è bisogno nemmeno di un campo di forza, lo scudo torna semplicemente indietro come se lo avesse lanciato in alto e tornasse a lei solo per gravità.

-Non ho niente contro di te, Capitano. Potresti essere la mia regina.

-Non credo che tu sia il suo tipo – interviene Polaris, scagliando addosso a Graviton un autobus; non appena lascia la sua morsa magnetica, il veicolo si dirige direttamente nella stratosfera.

-Tutto qui quello che sapete fare? Scagliarmi addosso tutto ciò che trovate?

-Qualcosa del genere – risponde una voce maschile alle sue spalle, unitamente al suono di una corda che scatta. Graviton non deve nemmeno voltarsi: la freccia resta immobilizzata a mezz’aria prima di raggiungerlo.

-Niente può raggiungermi se non voglio – si vanta Graviton, voltandosi verso Occhio di Falco; solo allora la freccia-sonica si aziona emettendo un suono insopportabile.

-Sì, ma vedo che ti piace ancora fin troppo il suono della tua voce.

<<Vendicatori! Attaccatelo con tutto quello che avete!>> ordina Iron Man, avvicinandosi in volo mentre i suoi raggi repulsori si abbattono contro Graviton.

Il criminale barcolla, stordito dalla freccia-sonica; eppure repulsori, frecce esplosive e bio-pungiglioni non intaccano minimamente lo scudo gravitazionale che lo circonda.

-Tutto ciò che avete non è ABBASTANZA! – urla rabbioso il signore della gravità, stritolando tra le mani la freccia che lo distrae.

L’onda d’urto che si espande dalla sua posizione è quasi visibile; qualunque cosa si allontana da lui con la forza di un’esplosione. Iron Man resta impassibile di fronte al vento sollevato, osservando a testa alta Graviton salire sempre di più. Le sue energie sono completamente fuori scala.

<<Vendicatori, ritiriamoci>> ordina.

La polvere sollevata dallo sfoggio di potere di Graviton sta ancora cadendo; non si sente volare una mosca, e gli eroi più potenti della Terra lanciano uno sguardo perplesso al proprio leader.

<<Mi avete sentito bene. Ritiriamoci>> chiarisce Iron Man, attivando l’uni-raggio sul petto dell’armatura per scatenare un lampo accecante.

 

 

Le fogne sotto Tokyo

 

-La fuga sarebbe la tua strategia?- sbotta Quicksilver rivolto ad Iron Man –I Vendicatori non scappano come topi… e in mezzo ai topi.- conclude disgustato mentre un ratto gli passa accanto.

-Il buon Pietro ha ragione.- aggiunge Ercole –Il vero guerriero accetta la battaglia anche in circostanze avverse. Forse che Ettore ha rifiutato la sfida di Achille?

<<Ettore è morto in quello scontro e la sua città è caduta poco dopo non è vero?>> ribatte Iron Man <<Una battaglia in quelle condizioni non avrebbe portato a nulla se non a perdite di vite umane e danni incalcolabili alla città. La nostra priorità dev’essere proteggere i civili. Dobbiamo portare la battaglia lontano da Tokyo a costo di farci inseguire da Graviton. Dopotutto è con noi che ce l’ha.>>

Quicksilver scuote la testa ma non dice niente e prima che Ercole possa aggiungere qualcosa Capitan America interviene:

-Iron Man ha ragione anche se…

Si blocca di colpo.

-Su, ragazza.- la esorta Occhio di Falco –Nessuno ti mangerà solo perché hai un’opinione diversa da quella del nostro capo… in fondo è una cosa che a me capita spesso.

Liz Mace si decide a parlare:

-Pensavo che potremmo dividere le nostre forze: mentre una parte di noi tiene impegnato Graviton altri potrebbero cercare un modo per neutralizzarlo- non aggiunge: “se esiste” ma sa che non è la sola a pensarlo.

-Forse so dove trovare quel che ci serve.- interviene la Valchiria e gli sguardi di tutti si puntano su di lei.

<<Cosa intendi dire?>> le chiede Iron Man.

-Che posso trovare degli alleati. Non sarà facile, però.

-Beh… se ci sarà da menare un po’ le mani, potrei accompagnarti.- dice Occhio di Falco –Ricordo che abbiamo collaborato molto bene quando eravamo insieme nei Difensori.[1]

-E così anche il prode Ercole. Sarà un piacere battersi al fianco della bella e valente Brunhilde.

<<Neanche per sogno>> ribatte Iron Man <<La tua forza ci è indispensabile contro Graviton ma se Occhio di Falco vuole andare, è libero di farlo>>

Clint Barton fa un sorrisetto ironico e replica:

-Grazie della concessione, grande capo.

 

 

Tokyo. Proprio sopra i Vendicatori

 

Franklin Hall si guarda intorno soddisfatto. Il suo potere è di nuovo al suo massimo splendore. Peccato che la sua memoria non funzioni bene. L’ultima cosa che ricorda è che era in Australia e stava combattendo contro qui buffoni in costume che si fanno chiamare Villains LTD e poi si è risvegliato a Tokyo. Perché non riesce a ricordare cos’è successo?[2] Bah… non importa: ciò che conta è che ora può imporre il suo potere, la sua volontà all’inerme Tokyo… e perché fermarsi qui? Chi gli impedisce di assoggettare l’intero Giappone?

Mentre fa queste riflessioni un raggio repulsore si infrange sul suo scudo.

<<Non avrai davvero creduto che fossimo scappati chissà dove a gambe levate, vero?>> afferma Iron Man volando verso Graviton mentre dietro a lui si dispone il resto dei Vendicatori.

-In effetti, avreste dovuto.- replica Graviton e punta un dito contro il Vendicatore Dorato che di colpo si ritrova con il suo peso decuplicato… anzi centuplicato e precipita a terra con un impatto fragoroso.

 

 

Un antico tempio a pochi isolati di distanza

 

L’odore di incenso si mescola a quello di esplosivo quando una freccia colpisce la porta blindata.

Ben nascosto nella nuvola di fumo, Occhio di Falco lancia tre frecce con un colpo solo: quando il fumo si dirada, tre ninja cascano a terra.

-Come facevi a sapere che si nascondevano qui?

-Ho seguito le oscure vie della morte che conducono a questo luogo – risponde la Valchiria.

-Ricordami di non chiederti più niente.

Il tempio si riempie rapidamente di guerrieri: senza fare il benché minimo rumore, decine e decine di ninja della Mano sguainano le proprie katane e si preparano a combattere.

-Okay Val, fase uno completata. Cosa diavolo è la fase due?

-Ascoltatemi, oscuri guerrieri di Hela! Io sono Brunilde la Valchiria, Brunilde la figlia di Asgard, Brunilde la Vendicatrice! Un nemico invincibile opprime la terra dei vostri signori! Un rozzo brigante che si crede un dio! Questa è la vostra possibilità di recuperare l’onore perduto in nome di oscuri dei che vi hanno dimenticato! Io sono colei che sceglie i guerrieri caduti in nobili battaglie! Chi di voi sceglie di seguirmi per conquistare il proprio posto nel Valhalla!? – chiede la Valchiria, sollevando al cielo la propria spada.

Uno dopo l’altro, i ninja si inginocchiano. Occhio di Falco ripone le frecce nella faretra.

-Come diavolo hai... no, sai una cosa? Preferisco non saperlo.

 

 

Al centro della battaglia

 

Iron Man cerca di rialzarsi dal cratere formato dall’impatto, ma i servomotori non riescono a muoverlo di un centimetro: grazie a Graviton, la sua armatura pesa decine di tonnellate.

Di fianco a lui Ercole si alza in piedi senza problemi, scrollandosi di dosso le macerie.

-Necessiti di assistenza, Iron Man? – chiede il dio greco, porgendo una mano.

<<No, non proprio, ma se ti fa sentire meglio>> mente Iron Man, impressionato dalla facilità con cui Ercole lo solleva. Una rapida occhiata alle riserve di energia conferma i suoi timori: non riuscirà a mantenere al massimo i sistemi offensivi ancora a lungo.

<<Dobbiamo portarlo lontano dalla città a qualunque costo>>

-Ci penso io – risponde una voce a malapena udibile, non tanto per il volume ma per il fatto che chi parla sta correndo a centinaia di chilometri orari.

La gravità cambia radicalmente direzione; tutto il peso del mondo è alle spalle di Quicksilver, rendendo la sua corsa identica ad un tentativo di scalare una parete verticale alta quanto l’Everest.

-Pensi in fretta, vedo – si complimenta Quicksilver; quando la gravità che lo attrae nella direzione opposta alla posizione di Graviton diventa dieci volte maggiore, si lascia andare finendo scagliato dall’altra parte della città. Graviton semplicemente ride.

-Poveri folli.- urla –Non siete nulla per me. Nulla.

-Non esserne così sicuro.- mormora Polaris e stringe i pugni mentre attinge alle energie geomagnetiche intorno a lei, poi scarica il suo potere sul suo avversario.

-Cosa?-esclama sorpreso Graviton. Con un gesto delle mani allontana gli altri avversari e si dirige verso Lorna Dane.

-Chi sei tu? E cosa cerchi di fare?- chiede con rabbia.

-Puoi chiamarmi Polaris, sono la figlia di Magneto e controllo il magnetismo.

-Dovrei essere impressionato?- replica Franklin Hall –Il tuo potere è nulla in confronto al mio. Neanche la morte ha potuto fermarmi. Ti annienterò come l’insetto che sei.

-Provaci.- è l’orgogliosa risposta della ragazza dai capelli verdi, mentre tonnellate di metallo si scagliano contro Graviton.

 

Non molto lontano da lì Wasp, Capitan America e Scarlet stanno assistendo le forze dell’ordine nell’evacuazione degli innocenti abitanti di Tokyo.

-Dovrei essere con gli altri a combattere Graviton.- si lamenta Liz Mace.

-E cosa avresti potuto fare?- le chiede Scarlet un po’ burbera –Proprio tu che ti sei assunta il ruolo di Capitan America dovresti sapere quanto è importante proteggere quelli senza superpoteri da minacce di livello superumano potenti quanto Graviton.

Improvvisamente ecco che Ercole attraversa l’aria sospinto dal potere di Graviton per schiantarsi contro uno dei vicini edifici.

Parte delle macerie sta per abbattersi su alcuni civili. Senza esitare Cap lancia il suo scudo riuscendo ad allontanare parte dei detriti ed a proteggere i cittadini da quelli che rimangono. Lo scudo fa un mezzo giro e ricade a terra. Mentre Liz si lancia a riprenderlo Scarlet sorride e Wasp riflette: era dubbiosa verso questo Capitan America donna. Non era convinta che fosse all’altezza di sostituire Steve Rogers, ma forse ha davvero le qualità giuste.

Improvvisamente la sua communicard vibra. Qualcuno si sta mettendo in contatto con lei e quando vede chi è Janet Van Dyne non può fare a meno di sorridere.

-Dottor Corbeau… Peter… come hai avuto questa frequenza?

<<L’ho avuta dallo S.H.I.E.L.D. >> risponde l’astrofisico <<Ma non parliamo di questo. Ho delle notizie importante per voi Vendicatori>>

 

Polaris stringe i denti, concentrandosi per cambiare forma alle auto che ha sollevato: il campo magnetico le compatta fino a creare proiettili di poche decine di centimetri di diametro ma dalla massa di diversi quintali, per poi scagliare tutto quello che ha addosso a Graviton.

-Impressionante – commenta Graviton accarezzandosi il pizzetto; senza alzare un dito, i proiettili si fermano a mezz’aria. Tutta la forza di volontà di Polaris non li sposta di un solo millimetro.

-Pensavo di farti entrare nel mio harem, ma vedo che puoi essere molto di più. Tu ed io potremmo dare alla luce una nuova generazione di dei.

-Và all’inferno – risponde Polaris, separando i proiettili in migliaia di microscopici aghi. La sua fronte gronda di sudore solo per farli avvicinare di un altro misero centimetro.

-Ancora non capisci? Sono il Signore della Gravità. Scagliarmi addosso un intero pianeta non servirebbe a niente!!! IO. SONO. D…-

La terra trema, togliendo la concentrazione a Graviton quanto basta perché non riesca più a tenere sotto controllo le armi di Polaris; anche così, gli aghi rimbalzano sul suo campo di forza personale.

Nonostante i terremoti in Giappone siano frequenti le probabilità che una scossa tellurica colpisca proprio in quel preciso momento, in quel preciso punto e non faccia alcun danno al resto della città sono quasi inesistenti. O lo sarebbero se Scarlet non avesse raggiunto il luogo di battaglia e non stesse gridando alla sorellastra:

-Lorna, mentre è a terra! Bloccagli il sangue!

-Con piacere – risponde Polaris, che agendo sul ferro contenuto nell’emoglobina rallenta l’afflusso di sangue al cervello di Graviton. Suo padre Magneto è sempre stato particolarmente fiero di questo trucco, sufficiente a far perdere i sensi ad una persona in pochi istanti.

-La mia testa... cosa mi stai facendo, strega?

-Ti stai confondendo: la strega è mia sorella – risponde Polaris, aumentando la presa magnetica.

Graviton si rialza in piedi. Polaris ha giusto il tempo di realizzare che questo non dovrebbe essere possibile prima che decine di tonnellate di roccia e metallo la intrappolino in una sfera pesante quanto una piccola luna.

L’unica cosa che impedisce alla sfera di precipitare al centro della Terra è la volontà di Graviton. Invece la sfera non solo si solleva in aria, ma attrae a sé ancora altro materiale... case, macchine, cemento, crescendo sempre di più.

-Ora basta! Se per ottenere il rispetto che mi è dovuto devo distruggere quest’isola, COSI’ SIA!

Uno scudo rimbalza su Graviton, ritornando poi nelle mani di Capitan America.

-Prima dovrai passare su di me.

-Ancora tu, donna? Non sei alla mia altezza – risponde Graviton, mentre la sfera continua a crescere gettando un’ombra inquietante sulla città.

-Dimostralo. O forse non sei abbastanza uomo da combattere lealmente? – chiede Capitan America, lasciando cadere lo scudo.

Una saetta azzurra sfreccia tra le vie della città, molto più rapidamente di quanto possa essere percepito dall’occhio umano. Prima ancora che lo scudo tocchi terra si ritrova tra le braccia di un uomo che sta correndo venti volte più veloce del suono delle sue parole:

-Questo è per mia sorella – dice Quicksilver, abbattendosi con forza inimmaginabile sul campo di Graviton. Se lo avesse colpito con un pugno si sarebbe disintegrato le ossa... ma lo scudo di Capitan America è indistruttibile, e l’impatto è sufficiente a devastare le difese di Graviton.

 

Nonostante la protezione dello scudo l’impatto è stato troppo per Quicksilver, che giace a terra privo di sensi. Graviton cerca di riprendere fiato: il suo corpo non si è ancora ripreso pienamente, ed utilizzare il suo potere a questo ritmo ha un prezzo consistente.

Non vede neanche arrivare il pugno di Capitan America; sputa sangue e un dente, crollando a terra.

La sfera sospesa sopra la sua testa inizia a precipitare. Il primo istinto di Liz Mace è recuperare lo scudo, anche se sa che non servirà a molto: anche protetta dall’impatto sarà schiacciata dal suo peso.

-A terra, Capitano! – le grida Ercole, e la Vendicatrice non attende a seguire il suo consiglio.

Ercole afferra la sfera, sostenendola sulle spalle nonostante pesi quanto un asteroide; anche affondando nell’asfalto fino alle ginocchia, il Principe della Forza non crolla.

-Stai bene, Capitano?

-S-sì, non mi sono fatta niente. Fai attenzione, c’è Polaris lì dentro – cambia argomento Capitan America, che non può fare a meno di essere impressionata.

Le parti di metallo che compongono parte della sfera si fanno da parte, creando un buco da cui esce con fatica la Signora del Magnetismo. Ercole aspetta che Polaris si metta in salvo, prima di scagliare con un solo gesto la sfera verso l’alto. Per un istante Capitan America si chiede cosa abbia fatto, ma quando la sfera continua a salire sempre di più realizza:

-L’hai lanciata nello spazio!?

-L’avrei fatta cadere nell’oceano, ma quest’isola ha già sofferto fin troppo l’ira di Poseidone.

-Buona idea, non credo che i giapponesi avrebbero apprezzato un altro...uh-oh.

Capitan America deve lasciar andare lo scudo, che improvvisamente pesa dieci volte più di lei. Ercole fa un passo, prima di essere scagliato nella stratosfera con in un battito di ciglia. Polaris affonda nel terreno, e solo il suo potere le impedisce di essere schiacciata come un sasso.

Graviton si pulisce la bocca dal sangue e sputa un dente. Capitan America cerca di muoversi, ritrovandosi invece bloccata a mezz’aria: braccia e gambe puntano in quattro direzioni diverse, come se fossero legate a dei macigni.

-Tu. Morirai per ultima dopo avermi visto squartare vivi i tuoi alleati.

 

Wasp bussa sul casco di Iron Man, il cui sistema operativo si sta riavviando. L’armatura ha decisamente visto giorni migliori, ed anche l’energia di riserva è agli sgoccioli.

-Dai, Testa di Ferro, non è il momento di fare un sonnellino.

<<Janet, che cosa ci fai qui? Non dovresti attaccare Graviton?>>

-E con cosa? Ascolta, ho appena parlato con Peter, ho un’idea su come...

<<”Peter”? Janet, questo non è davvero il momento per la tua cotta per il dottor Corbeau>>

-Uno degli impianti cibernetici rubati dalla Mano serve a regolare l’afflusso di sangue al cervello; senza di quello Graviton non riuscirebbe neanche a stare in piedi. Dev’essere schermato in qualche modo perché Polaris non gli ha fatto niente, ma scommetto che puoi inventare qualcosa che lo faccia!

<<Ci avevo pensato, ma non ho niente che possa funzionare a distanza. E Graviton è inavvicinabile>>

-E’ inavvicinabile se gli scagli contro un’auto, ma forse qualcosa di più sottile potrebbe sfuggirgli.

<<Potresti aver ragione. Occhio di Falco, qual è la tua posizione?>> chiede Iron Man via radio.

 

Il dolore è indescrivibile; basterebbe una piccola spinta mentale di Graviton per staccare braccia e gambe dal corpo di Capitan America. L’afferra per i capelli, tirandole indietro la testa.

-Capisci adesso? Sono invincibile. Sono inarrestabile. Sono DIO.

-Sei... scoperto... a sinistra... – riesce a rispondere Capitan America a denti stretti.

-Cosa? – si domanda Graviton, voltandosi istintivamente a sinistra.

Qualcosa si conficca nel fianco destro di Graviton, qualcosa di affilato. Capitan America cade a terra, sorridendo nonostante il dolore.

-Scusa, volevo dire a destra. Ti presento la Valchiria.

Graviton rialza nuovamente lo scudo gravitazionale, ma è sempre più difficile mantenere la concentrazione... oltre alla spossatezza, sta anche perdendo sangue dalla ferita inferta dalla spada Dragonfang. E non ha di fronte solamente la Valchiria, ma innumerevoli ninja della Mano.

-Vendicatori Uniti!!! – inneggia la Valchiria, ed una massa di guerrieri inizia la battaglia.

 

Occhio di Falco è inginocchiato sul cornicione, l’arco teso e pronto a scoccare.

<<Sono ninja della Mano quelli?>>

-Già. Sembra che valchirie e guerrieri giapponesi non-morti se la intendano, valli a capire.

<<Quando ha detto di voler reclutare un esercito pensavo volesse andare su Asgard. Non hanno alcuna chance contro Graviton>>

-Senza di loro però non lo avrebbe mai colpito di sorpresa. Contro Graviton bisogna pensare fuori dagli schemi e lo sai benissimo anche tu, sei solo geloso perché non hai avuto tu l’idea.

<<Hm. Non che ci tenga particolarmente a quei ninja, ma vuoi sbrigarti a lanciare la freccia?>>

-Con calma, Testa di Ferro. Il segreto di un buon tiro è aspettare il momento giusto.

 

Non solo Graviton è assediato dai ninja della Mano, ma la Valchiria non gli lascia tregua: non importa quanto pesante diventi la sua spada o quali oggetti Graviton richiami a sé per proteggersi, lei non indietreggia di un solo passo.

-Ti credi un dio, mortale!? Combatti come tale!!! – grida la Valchiria, scagliando un fendente con tutta la propria forza. Graviton ferma la spada con un dito.

-Io SONO un dio. Tu puoi essere al massimo la mia sgualdrina.

Lo sputo della Valchiria si ferma a mezz’aria prima di colpire la faccia di Graviton. Ad un suo gesto i ninja della Mano sono spazzati via, ed anche la Valchiria indietreggia.

Graviton alza le braccia, incurante del sangue che sgorga dal fianco; con la pazzia negli occhi, concentra tutto il suo potere in un unico punto. Basteranno pochi minuti perché un buco nero inghiotta l’intero arcipelago del Giappone.

-Adesso!!! – urla la Valchiria, scagliando in cielo la propria spada.

Qualcosa rimbalza sulla lama, avvicinandosi a Graviton ma fermandosi a pochi centimetri dalla sua testa. Il signore della gravità afferra la freccia, spezzandola. Non si accorge del microscopico oggetto grande quanto un moscerino che gli scivola tra le dita.

-Questa è la vostra fine!!! IO SONO GRAVITON, SIGNORE DEL…-

Graviton crolla a terra, privo di sensi. Il buco nero svanisce, assieme all’immensa energia che tratteneva la Valchiria. Nel silenzio assoluto, qualcosa esce dall’orecchio di Graviton e riassume le proprie vere dimensioni.

-Signore del parlar troppo, evidentemente – conclude Wasp.

 

 

Qualche ora dopo

 

La sezione giapponese dello S.H.I.E.L.D, interviene a tempo di record e prende in custodia Graviton dopo avergli applicato un collare inibitore di poteri.

-Per fortuna aveva installato dentro l’orecchio un impianto che regolava l’afflusso di sangue al suo cervello…- sta spiegando una soddisfatta Wasp -Immagino che fosse lì come salvaguardia per aiutarlo a stabilizzarsi dopo che gli avevano riattaccato la testa. In ogni caso disattivarlo gli ha dato il colpo di grazia… anche se immagino che non ne avrà più bisogno d’ora in avanti, visto che non è morto. Ma in fondo che ne capisco io? Non sono mica un medico.

-Secondo me avremmo dovuto staccargli la testa un’altra volta.- commenta la Valchiria –Avremmo eliminato il pericolo una volta per tutte

-Non è così che agiscono i Vendicatori.- la rimprovera Capitan America –Nel nostro statuto c’è scritto che noi non uccidiamo.

-Mi sembra una grande sciocchezza.- ribatte Brunhilde –Ma finché sarò in questo gruppo seguirò questa regola benché non l’approvi.

 

A poca distanza, Iron Man incrocia le braccia: nonostante avesse ancora qualche dubbio sulle nuove reclute, deve riconoscere che sia Capitan America che la Valchiria si sono guadagnate pienamente un posto nel gruppo.

-Ti ricorda qualcuno? – domanda Quicksilver, che stringe ancora in mano una mezza dozzina di katane.

<<A Steve sarebbe piaciuto il discorso. Le hai recuperate tutte?>>

-Sì, tranquillo, nessuno di quei ninja è riuscito a suicidarsi. Secondo la Valchiria, può darsi che qualcuno di loro possa anche riuscire a guadagnarsi un posto nel Valhalla.

<<Per il momento dovranno accontentarsi della prigione. Non c’è male come prima missione nei Vendicatori Est, Pietro... Matsu’o ed i suoi ninja Ii prigione e Graviton neutralizzato. Questa volta non ci siamo davvero lasciati scappare niente>>

 

Seduto sulla roccia, Ercole potrebbe essere scambiato per una rappresentazione vivente della statua del Pensatore. La battaglia contro Graviton è stata emozionante come poche; sicuramente i mortali canteranno per secoli a venire le gesta dei potenti Vendicatori. Quali feste e celebrazioni staranno già preparando! Ercole può già pregustare la birra e la compagnia femminile.

“Spero solo che vengano a recuperarmi prima che la festa sia finita” pensa, alzando lo sguardo.

La Terra è uno spettacolo meraviglioso, sospesa in cielo sopra la grigia e desolata superficie della Luna su cui il Dio della Forza si sta annoiando a morte.

 

FINE

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

 

Solo un paio di precisazioni

1)      Se ci state chiedendo cosa stia meditando il Teschio negli interludi apparsi qui e su Capitan America e Vendicatori Segreti, ebbene l’attesa è finita: nel prossimo episodio saprete che… no… perché dirvelo adesso e rovinarvi la sorpresa? -_^

2)      Nota di continuity: le vicende personali di Tony Stark proseguono su Iron Man #56/58 e quelle di Liz Mace su Capitan America #54/59, dopodiché li ritroveremo entrambi qui, pronti per l’incredibile, cataclismatico, eccezionale incontro tra i Vendicatori e i Vendicatori Segreti.

Ok… forse abbiamo un tantino esagerato ma una cosa è certa: saranno scintille. -_^

 

 

Carlo & Fabio

 

 

 

 

 

 

 


[1] Tantissimo tempo fa, credeteci sulla parola.

[2] Azzardiamo che l’aver perso, nel vero senso della parola, la testa per colpa (o merito?) di Switch sia stato per Graviton un trauma troppo grosso da sopportare. -_^